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La transizione verso l'Associazione professionale

1. Quadro attuale delle professioni intellettuali in Italia
2. Il DM 270 e il corso di laurea Ottica e Optometria
3. E' possibile introdurre nella SIF gli aspetti professionali?
4. Il modello Institute of Physics
5. Lo stand-by
6. La richiesta di istituzione dell'Ordine è stata inoltrata
7. L'AIFM ha ottenuto la presentazione di una Proposta di Legge per l'istituzione della professione sanitaria di Fisico medico
8. La direttiva Zappalà è stata recepita nell'Ordinamento italiano
9. La legge di riforma delle professioni intellettuali prosegue il suo iter parlamentare
10. E' necessario (e urgente) fare una scelta

1. Quadro attuale delle professioni intellettuali in Italia

E' utile ricordare brevemente la situazione attuale delle professioni intellettuali in Italia.
Esistono due categorie di professioni: le «professioni regolamentate», cioè quelle rientranti nel disposto dell'articolo 2229 del codice civile, e tutte le altre professioni, perciò dette «professioni non regolamentate» e di cui si dovrebbe fare carico la legge di riforma.
Per l'esercizio delle professioni regolamentate sono necessari il possesso di un adeguato titolo di studio e l'iscrizione in appositi albi professionali tenuti da enti pubblici (gli ordini e i collegi). Le professioni non regolamentate si distinguono in due sottogruppi: professioni per le quali è richiesto un titolo di studio o di formazione professionale e professioni assolutamente libere, per le quali non occorre alcun titolo.
La ricerca di una maggiore visibilità e consistenza socio-economica ha portato i professionisti non regolamentati a unirsi in Associazioni professionali, spontaneamente e liberamente costituite, che peraltro hanno vissuto nel cono d'ombra del sistema ordinistico, unico canale attualmente previsto nel nostro ordinamento come possibile sponda di riconoscimento pubblico per attività di rilevante significato sociale ed economico.
Nel V Rapporto di monitoraggio sulle professioni non regolamentate del Consiglio Nazionale dell'Economia e Lavoro (CNEL) (aprile 2005) sono riportati gli elenchi degli Ordini e delle Associazioni professionali, come risultano nella Banca dati del CNEL, e un commento che descrive bene il panorama professionale italiano.
Tra le Associazioni costituite e censite dal CNEL, figurano l'Associazione Ottici e Optometristi (Federottica) e l'Associazione Geofisica Italiana (AGI), che coinvolgono figure professionali connesse con i Fisici.
La Federottica raggruppa circa 10.000 professionisti (diplomati o laureati in Ottica) che esercitano la Professione di Ottico Optometrista e/o si occupano del commercio al dettaglio di articoli di ottica. La Federottica è membro del European Council of Opticians and Optometrists (ECOO) e tra i suoi compiti c'è quello di predisporre le necessarie strutture per la creazione e la tenuta dell'Albo degli Optometristi.. Il corso di laurea in Ottica e Optometria è inserito nella Classe di laurea n. 25 Scienze e Tecnologie fisiche.
L'AGI organizza e gestisce un "Elenco di Esperti Certificati per la Professione di Meteorologo, Climatologo e Fisico dell'Ambiente".
E' evidente che si deve trovare con tali associazioni un percorso comune e concordato, tenendo conto che la nostra proposta prevede già un settore Fisica della Terra; il punto delicato potrebbe essere il titolo di studio dato che all'AGI attualmente aderiscono anche laureati in ingegneria e geologia.
Esistono inoltre due Comitati di coordinamento: l'Assoprofessioni, confederazione di professioni non regolamentate - aderente al CEPLIS, Conseil Européen des Professions Libérales - e il CoLAP, coordinamento delle Libere Associazioni Professionali.
Infine c'è il Comitato Unitario delle Professioni (CUP) che coordina Ordini e Collegi.

2. Il DM 270 e il corso di laurea Ottica e Optometria

Come è noto il DM 270 del 2004 modifica alcuni aspetti degli attuali ordinamenti e la sua entrata in vigore potrebbe permettere l'eventuale introduzione di elementi nella direzione di una preparazione professionale dei laureati triennali e magistrali. Se si vuole cogliere questa opportunità si deve intervenire a livello dei singoli Consigli di corsi di studio e si debbono sviluppare opportune iniziative, anche per superare la diffidenza che ancora permane in una certa misura nei confronti di una professionalizzazione dei fisici.
A questo problema di carattere generale si aggiunge un aspetto più particolare ma altrettanto importante. Da alcuni anni in alcune Università (MI Bicocca, Padova, Firenze, Roma 3, TO Politecnico, Molise, Lecce) è stato istituito il corso di Laurea triennale in Ottica e Optometria (OTOP) nella classe 25 Scienze e Tecnologie fisiche. Inoltre sono già state presentate in Parlamento almeno 5 proposte di legge per l'istituzione dell'albo degli OTOP
Anche se in linea di principio si può essere completamente favorevoli a questa iniziativa, poiché tra l'altro rinforza l'idea che i corsi di laurea possano essere anche professionalizzanti, ci sono due aspetti su cui si deve operare per trovare le soluzioni più adeguate.
Il primo aspetto riguarda gli ordinamenti, cominciando da quali e quanti debbano essere i CFU in comune tra il C.L. in fisica e il C.L. in OTOP. Il D.M. 270 (art. 11 c. 7) prescrive che debbano esserci attività formative di base e caratterizzanti comuni per un minimo di 60 crediti; il decreto Mussi sulle lauree triennali stabilisce (art. 3 c. 9) che si debbano riconoscere almeno il 50 % dei CFU acquisiti nel caso avvenga un passaggio tra corsi di laurea della stessa classe.
Il secondo aspetto riguarda la professione e l'istituzione dell'albo professionale. La legislazione italiana associa il valore legale del titolo alla classe di laurea - e non al corso di laurea - come del resto è ribadito anche dal DM 270 (art. 4 c. 3); inoltre tutti gli albi esistenti legano alla classe di laurea il requisito di ammissione all'esame di stato. Ciò significa che si potrebbe rischiare di avere laureati in fisica che si iscrivono all'albo OTOP e laureati OTOP che si iscrivono all'albo dei Fisici.
Per esaminare un percorso coordinato e comune al fine di ottenere una sinergia utile a raggiungere migliori e più rapidi risultati si è tenuto un primo incontro tra parte del G.d.L e rappresentanti della Federottica (5 marzo 2007 - MI Bicocca). E' stata rappresentata la necessità e l'opportunità di un coordinamento sia dal punto di vista della didattica sia da quello della professione in quanto il possibile sinergismo dovrebbe favorire i progetti di ambedue le categorie. L'incontro è terminato con l'intesa di continuare il discorso.

3. E' possibile introdurre nella SIF gli aspetti professionali?

Considerato che il percorso per ottenere la legge istitutiva dell'Ordine si prospetta incerto, lungo e faticoso, il gruppo di lavoro ha preso in considerazione l'opportunità di perseguire, come tappa intermedia e non alternativa, una soluzione autonoma che permetterebbe di iniziare subito una campagna di "propaganda" della professione sia verso l'esterno (Imprenditori, PMI, Enti locali e mondo del lavoro), sia verso l'interno (Scuola e Università).
Il GdL considera importante e urgente adoperarsi per fare uscire i giovani laureati dal clichè fisico=scienziato ed aiutarli a competere nel mondo del lavoro (industriale, sanitario, del controllo ambientale e del trasferimento tecnologico) con ingegneri, biologi, chimici e geologi (per limitarsi alle professioni di tipo scientifico, peraltro tutte dotate di Ordine) che hanno capito prima dei fisici che ci sono opportunità altrettanto nobili e utili quanto la ricerca.
E' peraltro ipotesi irrinunciabile che un ipotetico ruolo di Associazione professionale sia svolto direttamente dalla SIF (opportunamente convenzionata con l'AIFM), in quanto la costituzione di una specifica associazione professionale marcherebbe in maniera definitiva e irreversibile la differenza tra Fisico “scienziato“ ricercatore “professore“ socio della SIF“ di serie A e Fisico “professionista“ socio dell'Associazione professionale“ di serie B.
Una tale scelta permetterebbe, inoltre, alla SIF di essere iscritta, non appena la legge di riforma delle professioni intellettuali sarà approvata dal Parlamento, nel Registro dei soggetti con poteri di certificazione analoghi a quelli degli Ordini.
Il GdL (riunione a Pavia del 5 marzo 2007) delinea le seguenti linee di intervento.
a.Preparare uno schema di regolamento sulle azioni che la SIF dovrebbe compiere nella veste di Associazione che certifica una professione.
b.Mettere in essere una serie di azioni informative, verso l'interno per incoraggiare i giovani a studiare fisica e verso l'esterno per fare conoscere al mondo produttivo e del lavoro l'esistenza e le competenze dei fisici.
c.Chiedere alla SIF di svolgere un'azione di stimolo e di collaborazione con la Conferenza dei presidenti dei corsi di Studio delle classi di laurea in Fisica per individuare gli elementi da sviluppare negli ordinamenti per rinforzare e rendere efficace la preparazione professionale dei nuovi laureati, sia triennali che magistrali.
d.Analizzare la possibilità di organizzare in ambito SIF, anche in collaborazione e collegamento con la Scuola P. Caldirola dell'AIFM, Corsi o Scuole dedicate agli aspetti tecnici e di managing legati alle diverse attività professionali.

4. Il modello Institute of Physics

Un ottimo modello è rappresentato dall'Institute of Physics (IOP) nel Regno Unito che da anni svolge contemporaneamente il ruolo di società scientifica e di associazione professionale abilitata a qualificare e certificare i fisici professionisti
Interessanti e applicabili alla situazione italiana, come delineata dal DdL di riforma delle professioni, sono le motivazioni e il disegno complessivo dello stato di Chartered Physicistvi che l'IOP pubblicizza con il seguente schema (http://www.iop.org):

Chartered Status
Il Chartered Status è associato a un elevato livello di professionalità, di esperienza aggiornata, di qualità e sicurezza, di indipendenza di lavoro e di capacità di guida. Oltre che competenza, il titolo garantisce l'impegno di aggiornamento delle conoscenze e di adeguamento alle crescenti aspettative e richieste alle quali la professione deve fare fronte.

Perché divenire Chartered?
L'IOP ha fissato elevati standard per il fisico chartered e ciò rappresenta un importante strumento per tutti i datori di lavoro (le grandi multinazionali, le PMI o le iniziative di start-up). I fisici chartered acconsentono a essere vincolati da un codice di comportamento che richiede ai membri non solo di mostrare un alto livello di professionalità, ma anche di fare progredire continuamente la propria competenza attraverso l'aggiornamento professionale continuo.

Gli Standard del Chartered Status
In una professione dinamica come la fisica il meglio non sta mai fermo. Di conseguenza, i requisiti per raggiungere e mantenere lo stato di chartered si sono innalzati considerevolmente dalla loro introduzione e sono mantenuti continuamente sotto revisione.

Cosa rappresenta il Chartered per il datore di lavoro?
I fisici chartered sono scelti dal datore di lavoro per chiari motivi di convenienza: il fisico chartered fornisce giudizi e consigli professionali basati su abilità aggiornate. I fisici chartered sono redditizi, orientati verso il risultato, adottano un metodo olistico e sono sensibili agli aspetti operativi. Per il datore di lavoro ciò significa un'assicurazione di qualità, di responsabilità e di valore superiore.

Anche la storia dell'IOP è emblematica e merita una riflessione.
Nel 1873 Frederick Guthrie propose di costituire una "Society for physical research" inviando una circolare a 30 fisici. La Physical Society Fu fondata il 14 febbraio 1874 nel meeting di Londra con 29 presenti e 99 persone che espressero l'interesse ad associarsi. I membri della Società erano insegnanti di Scuola, scienziati dilettanti e anche eminenti professori.
A differenza dei Chimici, che nel 1877 fondarono l'Institute of Chemistry per salvaguardare gli interessi della loro professione, la Physical Society non mostrò alcun interesse in merito alla professione fino al 1917 quando il Consiglio della Physical Society cominciò a esplorare la possibilità di occuparsi dello stato professionale dei Fisici.
Tali tentativi portarono alla nascita di una nuova organizzazione, l'nstitute of Physics, che tenne il suo Congresso inaugurale il 27 aprile 1921.-
Nel 1947 iniziarono contatti per la fusione delle due organizzazione, ma non se ne fece nulla. Neville Mott, presidente della Society riaprà il dibattito sulla fusione tra Institute e Society nel 1957 e la fusione finalmente avvenne nel 1960 con il nome 'The Institute of Physics and the Physical Society'. Tale nome continuò a esistere fino al 1970 quando, con il nuovo Statuto, fu adottato il nome 'Institute of Physics'. Al momento della fusione i membri erano 9.000.

Le attività dell'IOP dichiarate sul sito WEB; sono:

L'IOP ha uno Statuto e un Regolamento molto articolati che forniscono esempi adeguati dell'organizzazione e della complessità di una struttura dimensionata per gestire l'attività scientifica, di formazione e di propulsione professionale dei propri soci, oltre a un'attività editoriale di tutto rispetto ("there are over 40 established journals in all branches of pure and applied physics and a number of magazine titles").

I soci dell'IOP sono attualmente circa 35.000 (3000 nuovi membri nel 2005), il 45% dei quali è sotto i 30 anni e il 50% di questi ultimi sono "undergraduate".

5. Lo stand-by

Sulla base delle considerazioni sopra riportate, il GdL ha elaborato un possibile schema che prevede la formazione e la gestione dell'Albo professionale dei fisici da parte della SIF come passo intermedio verso l'istituzione dell'Ordine.
Trattandosi di un progetto di ampio respiro, che richiede un notevole impegno di idee, lavoro e risorse per essere portato a compimento, è necessario un profondo convincimento sulla bontà delle motivazioni di fondo, accompagnato da un'attenta valutazione delle risorse da impegnare. Si deve quindi preparare un dettagliato Business Plan da discutere e approvare prima della partenza effettiva del progetto.
Tale schema, implementato con una proposta largamente ispirata al modello inglese (IOP) dei regolamenti necessari per gestire le norme di accreditamento, per gestire l'albo professionale, per definire il codice di comportamento e per ottenere il riconoscimento da parte del Ministero del ruolo che la SIF intende svolgere in ambito professionale, è stato illustrato al Presidente e al Consiglio di Presidenza.
Il Consiglio di Presidenza, nella riunione dell'8 giugno 2007, ha esaminato la proposta di dare avvio all'assunzione delle funzioni di attività professionale da parte della SIF, con le necessarie modifiche regolamentari, ma ha ritenuto che, nei pochi mesi in cui rimarrà in funzione, non sia opportuno attuare tale iniziativa che avrebbe influenze notevoli sull'attività della nostra Società.


6. La richiesta di istituzione dell'Ordine è stata inoltrata

Agli inizi di settembre il Presidente della SIF ha trasmesso ai Ministri della Giustizia, dell'Università e Ricerca, della Pubblica Istruzione, dello Sviluppo economico e del Lavoro, nonché ai Presidenti della Commissione Giustizia di Camera e Senato la richiesta, approvata dall'Assemblea Generale (Torino 19 settembre 2006), per l'istituzione dell'Ordine dei Fisici nel testo licenziato dal GdL nella riunione a Pavia (5 marzo 2007).
La proposta ricalca l'ordinamento di professioni similari (biologi, chimici, geologi, ingegneri) e tiene conto delle recenti modifiche degli ordinamenti a seguito della riforma dei titoli universitari.
Sono definiti la professione e i requisiti per il suo esercizio; in particolare, si specifica che l'Albo professionale è suddiviso in due sezioni: la sezione B, riservata ai laureati triennali, è unica, mentre la sezione A, riservata ai laureati magistrali, è articolata in tre settori:
a) Fisica industriale, dei materiali e dell'informazione
b) Fisica della Terra, dell'ambiente e del territorio
c) Fisica medica
Sono elencate le attività  professionali per i diversi settori della sezione A, che implicano l'uso di metodologie avanzate, innovative o sperimentali e della sezione B, che implicano l'uso di metodologie standardizzate o su sistemi e processi di tipologia semplice o ripetitiva. E' precisato che l'elencazione riportata nell'articolo non pregiudica l'esercizio di ogni altra attività professionale ai fisici iscritti nell'albo, quanto può formare oggetto dell'attività di altre categorie di professionisti.
Sono fissati i requisiti per l'iscrizione alle due sezioni dell'Albo e le relative prove dell'esame di Stato. Per l'iscrizione alla sezione A è richiesta la laurea magistrale della Classe 20/S (Fisica) o Classe 66/S (Scienze dell'Universo) o della laurea in Fisica del previgente ordinamento, il compimento di un periodo annuale di tirocinio e il superamento dell'esame di Stato che abilita alla professione. Fa eccezione il settore "fisica medica" per l'iscrizione al quale è richiesto il diploma della Scuola di specializzazione in Fisica sanitaria, che ingloba sia il periodo di tirocinio che il superamento dell'esame di Stato. Per la sezione B è richiesta la laurea della Classe 25 (Scienze e tecnologie fisiche), il compimento di un tirocinio di durata annuale e il superamento dell'esame di Stato. E' previsto che le modalità di svolgimento dell'esame di Stato e del tirocinio annuale avvengano sulla base della normativa generale.
L'ordine è strutturato a livello regionale: le sue competenze e le regole di gestione e di funzionamento sono rimandate alla normativa generale
Sono infine fissate le procedure per la prima applicazione della legge.
A tutt'oggi (31.12.07) non si è avuta alcuna reazione.

7. L'AIFM ha ottenuto la presentazione di una Proposta di Legge per l'istituzione della professione sanitaria di Fisico medico

Nel frattempo, pur aderendo all'iniziativa della SIF, il Presidente dell'AIFM G. Candini ha proseguito la sua azione per chiedere il riconoscimento della professione del Fisico medico, attualmente non regolamentata, sottolineando che l'iniziativa era diversa, ma non in contrasto con quella della SIF. Il Fisico specialista che lavora nella Sanità, pur rimanendo un Fisico per la sua formazione di base, esercita una "nuova" professione, quella di Fisico medico che, a differenza di quella dei Fisici degli altri settori, è una professione sanitaria in quanto ha interazioni dirette ed indirette con il paziente. E' possibile inoltre che il riconoscimento della professione sanitaria dei Fisici medici permetta di sostenere con maggiore efficacia l'iniziativa di richiesta dell'Ordine.
Il 30 maggio 2007 è stata presentata alla Camera, dall'on. Burgio et al., la proposta di Legge n. 2708 "Istituzione della professione sanitaria specialistica di fisico medico e del relativo elenco nazionale".
E' composta di soli due articoli. Nell'art. 1 si istituisce la professione sanitaria di fisico medico. Essa riguarda l'esercizio delle attività comportanti l'applicazione dei princìpi e delle metodologie della fisica in medicina nei settori della prevenzione, della diagnosi e della cura, nonché, limitatamente al campo sanitario, della sorveglianza fisica della radioprotezione, e delle funzioni di responsabile della sicurezza per l'impiego di apparecchiature diagnostiche a risonanza magnetica. Con l'art. 2 si rimanda a un decreto del Ministro della salute per stabilire le modalità per l'accertamento della idoneità all'esercizio della professione, l'istituzione dell'elenco nazionale dei fisici medici, le modalità e i requisiti per l'iscrizione ad esso e l'istituzione di una apposita commissione per la sua gestione.
Resta il problema di armonizzare questa proposta di legge con quella che dovrà essere presentata in Parlamento per l'istituzione dell'Ordine o di un'eventuale Associazione professionale.

8. La direttiva Zappalà è stata recepita nell'Ordinamento italiano

A novembre stato approvato il D. L.vo n. 206/2007 "Attuazione della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, nonché della direttiva 2006/100/CE che adegua determinate direttive sulla libera circolazione delle persone a seguito dell'adesione di Bulgaria e Romania" (direttiva Zappalà).
Esso prevede (art. 26) che sulle proposte in materia di formazione per una determinata professione (le c.d. piattaforme comuni), elaborate da Conferenze di servizi appositamente convocate, vengano sentiti gli ordini, i collegi o gli albi, se si tratta di professioni regolamentate, o le associazioni rappresentative sul territorio nazionale, se si tratta di professioni non regolamentate.
Per la valutazione della rappresentatività delle associazioni professionali delle professioni non regolamentate (come quella dei fisici) si deve tenere conto:
a)della avvenuta costituzione per atto pubblico o per scrittura privata autenticata o per scrittura privata registrata presso l'ufficio del registro, da almeno quattro anni;
b)della adozione di uno statuto che sancisca un ordinamento a base democratica, senza scopo di lucro, la precisa identificazione delle attività professionali cui l'associazione si riferisce e dei titoli professionali o di studi necessari per farne parte, la rappresentatività elettiva delle cariche interne e l'assenza di situazioni di conflitto di interesse o di incompatibilità, la trasparenza degli assetti organizzativi e l'attività dei relativi organi, la esistenza di una struttura organizzativa e tecnico - scientifica adeguata all'effettivo raggiungimento delle finalità dell'associazione;
c)della tenuta di un elenco degli iscritti, aggiornato annualmente con l'indicazione delle quote versate direttamente all'associazione per gli scopi statutari;
d)di un sistema di deontologia professionale con possibilità di sanzioni;
e)della previsione dell'obbligo della formazione permanente;
f)della diffusione su tutto il territorio nazionale;
g)della mancata pronunzia nei confronti dei suoi rappresentanti legali di condanna, passata in giudicato, in relazione all'attività dell'associazione medesima.
Le associazioni in possesso dei requisiti di cui sopra sono individuate, previo parere del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, con decreto del Ministro della Giustizia di concerto con il Ministro per le politiche europee e del Ministro competente per materia e possono rilasciare un attestato di competenza.
Il D.L.vo n. 206/2007 anticipa per alcuni aspetti il riconoscimento e la regolamentazione delle Associazioni professionali per le professioni non ordinistiche, previsti dalla legge di Riforma.
Una delegazione del COLAP (Coordinamento Libere Associazioni Professionali) ha consegnato il 18 dicembre 2007 al CNEL, la documentazione di oltre 40 associazioni che hanno presentato domanda di ammissione per la partecipazione alle piattaforme formative.
Nei prossimi giorni è prevista una riunione interministeriale per proceduralizzare le innovazioni introdotte dal decreto legislativo 206/2007 con un decreto interministeriale che dovrebbe arrivare a gennaio.

9. La legge di riforma delle professioni intellettuali prosegue il suo iter parlamentare

Nella seduta del 7 novembre 2007 delle Commissioni II e V della Camera l'on. Pisicchio, presidente, avverte che i relatori on. Mantini e Chicchi hanno presentato la Proposta di legge "Principi fondamentali delle professioni" sulla base delle sei proposte di riforma delle professioni intellettuali giacenti in Parlamento (C. 867 Siliquini, C. 1216 Mantini, C. 1319 Vietti, C. 1442 Laurini, C. 2160 Governo e C. 2331 Naccarato).
L'on. Mantini, relatore per la II Commissione, ha evidenziato come la proposta di testo unificato tenga ampiamente conto, oltre che del disegno di legge governativo, di tutte le proposte di legge abbinate, delle indicazioni emerse nel corso del dibattito e anche dei lavori della precedente legislatura. La proposta si differenzia strutturalmente dal disegno di legge n. 2160 del Governo: mentre questo è formulato come una legge delega, il testo unificato è costituito di una serie di principi fondamentali che regolano la materia delle professioni nonché da principi specifici diretti ai consigli nazionali delle categorie professionali.
I principi alla base del nuovo testo sono stati enunciati dagli stessi relatori1 e possono essere sintetizzati come segue.
1.La riforma è raccomandata dalla UE per garantire la libera concorrenza e circolazione dei professionisti e dalla necessità di regolamentare il mondo delle professioni "nuove" che hanno peso crescente sul mercato dei servizi e si trovano in un limbo legislativo che può danneggiare l'utente.
2.Per il futuro, anche nell'ottica di sostenere l'indirizzo di riduzione del numero degli Ordini, si propone di inserire in legge un principio semplice: "non si creano nuovi Ordini se non in presenza di diritti costituzionali o riserve". Per il presente va affermato con nettezza il principio di unificazione in un solo ordine delle figure professionali simili. In modo esplicito è utile prevedere l'unificazione delle professioni di geometra, perito industriale e perito agrario in un unico Ordine dei tecnici laureati (laurea triennale).
3.L'impianto "duale" costituisce una delle principali novità della riforma anche se occorre "sorvegliare il confine" fra ordini e associazioni. Le associazioni delle professioni non riconosciute entrano in un regime regolamentato che ha come principale obiettivo di tutelare l'utente.
4.C'è una preoccupazione manifestata dalle Casse previdenziali degli Ordini sulla possibile "fuga" di contribuzioni a favore delle associazioni. La preoccupazione può apparire eccessiva, tuttavia si potrebbe vincolare il riconoscimento delle Associazioni alla adesione ad una delle Casse Previdenziali private della corrispondente area professionale.
L'On. Mantini, relatore della legge, ha affermato: "La nutrita partecipazione dei presidenti nazionali di ordini e associazioni e l'intenso e positivo dibattito sul nuovo testo di riforma Chicchi-Mantini sono segnali assai lusinghieri per l'approvazione della riforma alla Camera nei primi mesi del 2008". In tal senso è stato l'impegno assunto dal presidente della commissione Giustizia Pisicchio e anche dell'onorevole Laurini, responsabile professioni di Forza Italia che, pur non nascondendo perplessità e osservazioni, ha ribadito l'intento bipartisan della riforma".

10. E' necessario (e urgente) fare una scelta

A questo punto la situazione dei fisici può essere riassunta come segue.
L'AGI (Associazione Geofisica Italiana, è già attrezzata per essere riconosciuta: ha i requisiti richiesti ed è già nell'elenco del CNEL.
L'AIFM (Associazione Italiana Fisica Medica) si sta attrezzando per acquisire i requisiti necessari.
La SIF sembra volere mantenere esclusivamente il suo carattere di società scientifica senza inserire a Statuto le caratteristiche necessarie per il suo riconoscimento quale Associazione professionale.
L'AGI e l'AIFM rappresentano i fisici con competenze sovrapponibili a due dei tre settori individuati nella proposta dell'Ordine preparato dalla SIF; di conseguenza si devono inserire in qualche modo i fisici appartenenti al primo settore (Fisica industriale, dei materiali e dell'informazione) e coordinare il tutto..
Senza abbandonare la proposta di istituzione dell'Ordine, essendo peraltro consapevoli che solo un fatto al momento imprevedibile potrebbe fare approvare l'Ordine in tempi ragionevoli, va ripresa e studiata la fattibilit' di fare nascere di comune accordo un'associazione professionale di tutti i fisici che gestisca l'elenco dei fisici accreditati e il loro aggiornamento professionale, e rilasci i certificati di competenza., ad esempio secondo il modello IOP, o almeno del settore Fisica industriale, dei materiali e dell'informazione, attualmente con rappresentato, lasciando che ogni associazione si gestisca il suo settore (ma sarebbe una triste soluzione).
Il discorso è aperto.


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